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"Scrivere le pagine introduttive a un romanzo non è mai cosa semplice. Rappresentano quel biglietto da visita la cui realizzazione, di solito, viene demandata a un conoscente, a un amico, a uno studioso vicino all'autore. Questa volta, quasi per gioco, la scelta è arrivata sulla mia scrivania. Di certo non mi dilungherò nell'elencare le doti creative dell'Autore, la sua scrittura pulita e matura che rendono la lettura scorrevole e piacevole e tantomeno farò l'analisi della storia narrata: elementi che lascio con piacere e dovere al vaglio del lettore. Conosco Il profumo dei glicini, così come i romanzi che lo hanno preceduto, un po' come le tasche di quei vecchi cappotti che ci ostiniamo a indossare anno dopo anno perché ci vestono bene dal freddo. Sono quelle opere che a ogni lettura ci riservano una nuova chiave interpretativa e la rilettura diventa una piacevole presenza. Pertanto, il mio scritto sarà semplicemente frutto del mio sentire. Ed ecco che, pagina dopo pagina, spoglio il romanzo dalla storia narrata e cosa mi resta? Elementi caratterizzanti che fanno da collante alla narrazione e, in un gioco di coppie, personaggi che riprendono il filo di conoscenze annidate tra i ricordi per diventare di nuovo spunto di ricerca e di approfondimento di una curiosità mai sopita. L'intenso profumo dei fiori del glicine e la leggenda della pastorella di nome Glicine danno colore, sensualità e femminilità all'intera narrazione. E un desiderio, volutamente non espresso, diventa, come l'arrampicarsi dei rami della pianta, appiglio fantasioso di una storia dalle tante esegesi."